Il termine psicoterapia non indica l’applicazione di una specifica tecnica o il perseguimento di uno specifico obiettivo terapeutico.
Le tecniche che utilizza uno “psicoterapeuta” sono tecniche utilizzabilissime anche da uno psicologo privo di un diploma di specialità, come ben ci ricorda l’articolo 21 del Codice Deontologico degli Psicologi italiani.
[…Sono specifici della professione di psicologo tutti gli strumenti e le tecniche conoscitive e di intervento relative a processi psichici (relazionali, emotivi, cognitivi, comportamentali) basati sull’applicazione di principi, conoscenze, modelli o costrutti psicologici…]
E le finalità che questi persegue sono le finalità che un qualsiasi clinico o sanitario può perseguire: mantenimento, promozione e recupero della salute.
Potremmo quindi definire la psicoterapia come una proprietà emergente non riconducibile alla mera somma degli elementi che la caratterizzano, non qualcosa di “totalmente diverso”, come spesso ama pensare qualcuno, rispetto alla diagnosi, alla prevenzione, al sostegno e alle attività di abilitazione-riabilitazione.
Fare psicoterapia, a mio avviso, significa usare conoscenze, strumenti e tecniche dello Psicologo e della Psicologia in modo specialistico: uno psicoterapeuta, psicologo o medico, utilizza in modo specialistico un metodo di cura della Psicologia che qualsiasi psicologo, con adeguata formazione, può utilizzare e integrare nella propria cassetta degli attrezzi.
L’idea che uno Psicologo non possa usare strumenti e conoscenze acquisite nel corso della sua formazione, universitaria o postuniversitaria, è solo effetto di un certo tipo di propaganda antiscientifica portata avanti da persone interessate a impedire l’esercizio della libera professione di Psicologo.